Un tempo si chiamava Skip Intro e se ci andavi sapevi di trovare un pò di movida con macchine parcheggiate anche in doppia fila per il buon via vai di persone. Oggi è diventato BlackOut e a quanto pare il nome rispecchia la fine che ha fatto il locale. Spesso vuoto, il giovedì sera dedicato ad un target decisamente adulto con ballo latino (comunque poco frequentato). I drink non sono niente di speciale, la musica troppo alta non ti permette di parlare e onestamente è diventato triste andarci e trovarlo vuoto. Nonostante alcuni bei ricordi di serate legati al vecchio Skip Intro questo locale non sarà più tra le mie mete quando andrò in quel di Milano. Adios.
Passano gli anni e i locali cambiano, ma cambiamo anche noi, cambiano i nostri gusti e i nostri giudizi. E' successo anche al Blackout, almeno in parte: ha cambiato nome ma l'interno è sostanzialmente lo stesso. Il mio giudizio però, viene modificato. Atmosfera con luci soffuse, musica di sottofondo, un grande bancone e diverse zone, suddivise per rendere agevoli le serate tra amici. Le pareti sono state arricchite da delle stampe, gradevoli e moderne: aiutano a vivacizzare l'atmosfera. La scelta di cocktail è sempre ampia e i cocktail discreti, ma sono piuttosto banali e presentati in maniera poco accattivante. Si può fare di meglio insomma... devo però ammettere che si lasciano gustare a differenza di tanti concorrenti più blasonati della zona. Personale sempre gentile ma il servizio mi è sembrato piuttosto lento, nonostante un sabato sera non proprio affollato. C'è da dire che personalmente preferisco aspettare qualche minuto in più piuttosto che bere male. Piccola sorpresa: insieme al resto portano lo scontrino, cosa assai rara nei locali notturni (purtroppo)! Giudizio finale? mmm OK... certo, al Blackout non bevi cocktail elaborati, ma in una serata in zona con gli amici senza troppe pretese può comunque andare benone.