Le motivazioni che mi hanno spinto a giudicare con una stella il locale è ben detto: pulizia, buona volontà della cameriera e perché Google non permette di mettere una votazione inferiore.
Il locale si presenta su due piani, inaccessibile ad eventuali portatori di handicap per la presenza di scale sia all'ingresso che per salire al piano superiore. Una questio è nata sul comprendere, in caso d'incendio quale fine avessero fatto gli occupanti del secondo piano dato che l'unico accesso è una scala a chiocciola (indicazioni di sicurezza assenti).
Parlare di food experience credo che sia inutile poiché non credo che rientri nel piano dei proprietari e, molto probabiliste, nella loro concezione di marketing.
Tovaglie e tovaglioli di carta denotano da subito una tendenza qualitativa al risparmio che si riflette in maniera algebrica sulla qualità e scelta del cibo.
Bevande - birra alla spina chiara/rossa/artigianale alla bottiglia di mille marche...SCORDATEVELE! solo il bottigliozzo della Peroni chiara e basta.
Le pizze - ampia scelta sulla carta, tranne che per il problema dell'approvvigionamento delle materie prime che rende impossibile ordinare una gran parte del menu.
Emblematico il fatto che il proprietario venuto a prendere le ordinazioni non sapesse il cosa c'era ed il cosa non c'era chiedendo oltre alla pizza desiderata di indicare una scelta alternativa.
Emblematica la cameriera che cercava di indovinare la portata datale alla cucina in modo da identificare il cliente che l'aveva ordinata.
Emblematica l'ora di attesa per le pizze giustificate con un'affluenza inusitata di clienti prima di noi arrivati a locale mezzo vuoto (ottimisticamente parlando e tenendo conto che il locale è relativamente piccolo).
A prescindere dalla bassa qualità degli ingredienti abbiamo avuto l'impressione che al fine di risparmiare sul pizzaiolo, solo l'impasto delle pizze sia preparato da persona esperta. Ottenuto l'impasto, qualcuno di completamente avulso dalle dinamiche gastronomiche che "schiaffa" gli ingredienti senza cognizione di causa.
Il coup de theatre alla fine è il proprietario che viene ad offrirci il dolce per scusarsi del tempo d'attesa; passa la ragazza per gli ordinativi su alcune scelte ...per poi portarci un vassoio con piattini di plastica con un tortino di pan-di-spagna-bagnato-con-frittidiposcocongelati-e-panna-spary.
La cena luculliana non poteva concludersi diversamente con un "non funziona il bancomat" e neppure una ricevuta fiscale in tasca.
A mio avviso c'è moltissimo da migliorare ma, purtroppo, significa fare un investimento economico considerevole sia nella qualità dei prodotti che nella loro varietà. Partire con poco certe volte è controproducente ed anche se può portare all'appianamento dei debiti di startup, nel lungo periodo è insostenibile. Ed è un peccato che l'intraprendenza di un giovane che apre un locale venga umiliata in seguito da false partenze
Il locale si presenta su due piani, inaccessibile ad eventuali portatori di handicap per la presenza di scale sia all'ingresso che per salire al piano superiore. Una questio è nata sul comprendere, in caso d'incendio quale fine avessero fatto gli occupanti del secondo piano dato che l'unico accesso è una scala a chiocciola (indicazioni di sicurezza assenti).
Parlare di food experience credo che sia inutile poiché non credo che rientri nel piano dei proprietari e, molto probabiliste, nella loro concezione di marketing.
Tovaglie e tovaglioli di carta denotano da subito una tendenza qualitativa al risparmio che si riflette in maniera algebrica sulla qualità e scelta del cibo.
Bevande - birra alla spina chiara/rossa/artigianale alla bottiglia di mille marche...SCORDATEVELE! solo il bottigliozzo della Peroni chiara e basta.
Le pizze - ampia scelta sulla carta, tranne che per il problema dell'approvvigionamento delle materie prime che rende impossibile ordinare una gran parte del menu.
Emblematico il fatto che il proprietario venuto a prendere le ordinazioni non sapesse il cosa c'era ed il cosa non c'era chiedendo oltre alla pizza desiderata di indicare una scelta alternativa.
Emblematica la cameriera che cercava di indovinare la portata datale alla cucina in modo da identificare il cliente che l'aveva ordinata.
Emblematica l'ora di attesa per le pizze giustificate con un'affluenza inusitata di clienti prima di noi arrivati a locale mezzo vuoto (ottimisticamente parlando e tenendo conto che il locale è relativamente piccolo).
A prescindere dalla bassa qualità degli ingredienti abbiamo avuto l'impressione che al fine di risparmiare sul pizzaiolo, solo l'impasto delle pizze sia preparato da persona esperta. Ottenuto l'impasto, qualcuno di completamente avulso dalle dinamiche gastronomiche che "schiaffa" gli ingredienti senza cognizione di causa.
Il coup de theatre alla fine è il proprietario che viene ad offrirci il dolce per scusarsi del tempo d'attesa; passa la ragazza per gli ordinativi su alcune scelte ...per poi portarci un vassoio con piattini di plastica con un tortino di pan-di-spagna-bagnato-con-frittidiposcocongelati-e-panna-spary.
La cena luculliana non poteva concludersi diversamente con un "non funziona il bancomat" e neppure una ricevuta fiscale in tasca.
A mio avviso c'è moltissimo da migliorare ma, purtroppo, significa fare un investimento economico considerevole sia nella qualità dei prodotti che nella loro varietà. Partire con poco certe volte è controproducente ed anche se può portare all'appianamento dei debiti di startup, nel lungo periodo è insostenibile. Ed è un peccato che l'intraprendenza di un giovane che apre un locale venga umiliata in seguito da false partenze